Nicolas

Momein

Steady sideslip

26 novembre / 16 gennaio

Prima esposizione in Italia per il giovane artista francese Nicolas Momein, la mostra, curata da Stefano Castelli, riunisce opere recenti che ben rappresentano il suo peculiare approccio alla scultura. Rinnovando il linguaggio plastico anche rispetto alle sue più recenti evoluzioni, Momein supera la dicotomia tra scultura e installazione, esplora il rapporto tra opera e ambiente espositivo, mette in collegamento l'opera d'arte con la realtà sociale in cui essa nasce. Molte delle sue creazioni nascono infatti da visite in atelier e piccole industrie della sua regione. Il dialogo con gli artigiani porta l'artista a sperimentare materiali e tecniche inconsueti per l'arte.

Ad ogni mostra Momein rinnova il suo discorso, concependo ogni esposizione come un dialogo delle opere con lo spazio e delle opere tra di loro. In Steady sideslip, i pannelli di "bulgomme" occultano lo spazio, influenzando lo spostamento del visitatore ma anche rivitalizzando lo spazio introducendone un uso rinnovato. La loro dimensione minimale è riscattata dalla loro imponenza e dall'effetto "giocoso", per quanto austero, che hanno sul comportamento dello spettatore. Le sculture poste tra i pannelli sono poi un esempio paradigmatico dell'approccio agli oggetti di Momein, tra ready made  e modifica, tra precarietà e compimento delle forme, tra essenzialità del gesto e ironica espressività.

Le opere posizionate al piano superiore declinano con chiarezza il discorso dei rapporti tra oggetto, arredo d'interni e architettura. Una cabina da doccia è alterata e diventa inservibile e "illogica" nella sua forma, ma rimane un oggetto familiare e a misura d'uomo. L'Archimobilier è allo stesso tempo gabbia, bizzarro elemento d'arredo e scultura astratta. Il contrasto tra essenzialità e tratti ironici è poi rappresentato dalle "dita" che fuoriescono dalla terza opera, scultura che trova un punto di equilibrio quantomai preciso tra stabilità e precarietà.

Uno spaccato dell'arte collaborativa che caratterizza la ricerca di Momein si trova nella sala al piano sotterraneo, dove il segno di una scavatrice viene riportato in una scultura con un risultato che associa minimalismo e sensazione tattile, tra precisione e imperfezione della forma. I residui di lavorazione sono infine protagonisti della lastra, utilizzati come materiale artistico inedito (il metodo di lavoro e il luogo in cui l'opera è nata lasciano letteralmente il segno anche su un lavoro astratto come questo). 

testo a cura di Stefano Castelli